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Tremate, tremate, le streghe son tornate!

di Giorgia Fumagalli per la rubrica "Sabbie mobili"


Nel periodo più misterioso e affascinante dell’anno ci sentiamo circondati dall’oscurità e dalle sue terrificanti storie. Storie di mostri, licantropi ma soprattutto di streghe. Ma chi sono le streghe? Donne potenti, spaventose, talvolta benevole e talvolta malvagie che continuano ad affascinarci. Noi di Tenerife ne siamo rimasti rapiti e abbiamo provato ad approfondire il rapporto tra la figura della strega e come viene rappresentata a teatro tramite il suo triplice modello narrativo.

La cultura popolare e la strega

Nell'immaginario collettivo le streghe sono donne temibili che si riuniscono durante i sabba per esercitare i loro oscuri poteri donategli da Satana. Essenziale in questo senso è la questione dell’ereditarietà della conoscenza magica: secondo la tradizione popolare del Friuli Venezia Giulia infatti, la magia si passava di generazione in generazione attraverso il capuc. Questa era una scatola personale che conteneva il corredo magico di una strega e dentro il quale, si diceva, c’era il famoso intruglio (si pensava fosse composto da sangue o grasso di bambino misto a erbe e resti animali) che permetteva alle streghe di volare. La figura che all’interno del teatro si avvicina maggiormente a questa natura della strega, è il coro di streghe del Macbeth di William Shakespeare. La tragedia si apre proprio con tre streghe che predicono il futuro a Macbeth, per poi dissolversi nella nebbia scozzese. Le loro profezie (che appariranno e scompariranno durante tutta l'opera) saranno fondamentali per lo svolgimento della trama; come possiamo notare dall'apertura del Terzo Atto, esse comunicano tramite una forte tradizione magica popolare.


La madre e la strega

La figura della Madre e quella della Strega da un punto di vista archetipico sono la stessa unità che si rende duplice in base alla sua interpretazione “positiva” o “negativa”. Secondo la psicologia analitica di Carl Gustav Jung la strega è simbolo della Madre Natura, che mette al mondo i suoi figli per poi re-inglobarli nella morte. Non esiste esempio migliore nella drammaturgia se non quello della Medea di Euripide (431 a.C.); durante la vicenda, Medea uccide i propri figli per spezzare il legame con il marito Giasone che l’ha tradita. Medea, tuttavia, non incarna solo la bipolarità archetipica tra strega e madre, ma è a tutti gli effetti una strega. Definirla con questo termine potrebbe però risultare inappropriato, sarebbe infatti meglio chiamarla proto-strega o Pharmakis ovvero, "stregone" o "avvelenatrice" o anche colui/colei che crea “pozioni”. Recentissimo è il progetto La memoria di Medea sostenuto dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, inserito nell’ambito delle celebrazioni per il settimo centenario della morte di Dante e prodotto dall’Associazione Mozart Italia-sede di Trieste. Prendendo spunto dal XVII Canto dell’Inferno di Dante, dedicato ai fedifraghi e ingannatori - e quindi tra tutti Giasone, si è voluto focalizzare l’idea drammaturgica su Medea, la moglie tradita e abbandonata offrendo, grazie alla messa in scena all’Hangar Teatri di Trieste, una prospettiva diversa alla visione del mito e del personaggio. La donna e la strega

C’è qualcosa di più terrificante di una donna indipendente, sia sul piano materiale che su quello spirituale, che crea e distrugge senza dover chiedere il permesso o fare penitenza per i propri peccati? (Sofia Righetti). È proprio per questo che i moti femministi, soprattutto quelli più contemporanei e quindi intersezionali, hanno scelto di usare la strega come simbolo per la propria causa. In teatro, la rivendicazione della strega e della donna avviene grazie alla maschera: con l’avvento della Commedia dell’Arte le donne, per la prima volta nella storia del teatro, salgono sul palcoscenico (inizialmente senza maschera fino agli anni ottanta, quando Eleonora Fusar inventa la maschera della strega). Questa è bianca, colore che rappresenta la Luna e quindi l’elemento per eccellenza legato alla strega. I movimenti della maschera sono lenti, ciclici e legati agli elementi naturali (fuoco, acqua, terra e aria). Anche a Tenerife abbiamo la nostra strega: interpretata dall’attrice friulana Marisol Rosset ne L’Ultima Commedia, spettacolo prodotto dall'Associazione Culturale Tenerife e portato in scena il 22 ottobre 2022 al Kulturni Center Lojze Bratuž.




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